lunedì 26 gennaio 2015

Bilancio sul Forum delle Culture

Un onesto bilancio di come sia andato il Forum Universale delle Culture a Napoli non può che essere assai deprimente, soprattutto se si comparano i numeri con quelli delle precedenti edizioni ( Barcellona,2004; Monterrey, 2007; Valparaiso, 2010): nel raffronto dei parametri comunementi presi in oggetto per questo genere di eventi, non uno si avvicina ai risultati conseguiti altrove. Preceduto e accompagnato da una infinita serie di polemiche, soprattutto relative alla governance, il Forum è iniziato in ritardo, arrancando nell'improvvisazione, disperdendo risorse ed energie in momenti che non hanno avuto alcun raccordo in un progetto organico. Di fatto, il Forum ha avuto meno di un quinto degli accessi previsti, col venir meno soprattutto delle attese che si prospettavano dall'estero, e di sè ha lasciato dietro poco o niente, se non lo strascico della questione rimasta aperta per un intero anno e non ancora chiusa: quella relativa alla trasparenza sulla gestione dei conti, con la mancanza di un consuntivo ormai a circa due mesi dalla chiusura del Forum. Chi ha seguito su queste pagine e su quelle della stampa locale e nazionale le iniziative da me intraprese come Presidente della Commissione Cultura e Turismo al Comune di Napoli, prima che il Forum aprisse i battenti, e dopo, sa bene che i miei  rilievi critici non sono mai mancati.numerosi interventi su quale straordinaria occasione di rilancio per la Città potesse essere il Forum, accorati appelli a non sprecarla, puntuali denunce degli errori che via via andavano cumulandosi per configurare quello che ad una seria analisi dei fatti non può che definirsi fallimento. Forse avrei potuto fare di più, ma onestamente non saprei dire cosa, soprattutto considerando il ruolo marginale che si è deciso di dare alla Commissione da me presieduta nell'ideazione e nella programmazione del Forum. Riconfermando l'impegno preso con gli elettori, assicuro che nulla sarà risparmiato su quanto ancora è possibile fare al riguardo: chiarezza. chiarezza sulle responsabilità. Chiarezza sui conti.

giovedì 8 gennaio 2015

Ritorno on-line ...

Dopo un periodo di silenzio, torno a riproporre in questo spazio le mie considerazioni sulla realtà politica locale e nazionale.
Innanzitutto è doveroso spiegare che il periodo appena trascorso è stato denso di attività, ma anche di cambiamenti: come Consigliere del Comune di Napoli, dal Gruppo consiliare IDV ho scelto di passare al Gruppo consiliare “La Città – Campania Domani”. Il passaggio, sempre nell'ambito della maggioranza che appoggia l'attuale Sindaco, è avvenuto in modo sereno, come conseguenza inevitabile della mia coerenza e attaccamento a valori di equità e trasparenza. Valori che non riscontro più nella formazione politica di Italia dei Valori, in particolare dopo la svolta che nell'ultimo congresso di San Sepolcro s’è deciso di dare alla linea del partito. Italia dei Valori al Comune di Napoli è in tutto uguale a quella vista a Sansepolcro, diversa dall’Italia dei Valori che mi ha accolto anni or sono; nella sua identità, nei suoi programmi e, più ancora, nel suo profilo antropologico, non è più la stessa: non sono io ad aver lasciato l’Italia dei Valori, ma è l’Italia dei Valori ad essersi smarrita.
Resto quella che sono, resto fedele ad un elettorato che penso abbia buon diritto di sentirsi tradito, continuo ad avere sacri i principi che mi hanno spinto a interessarmi della cosa pubblica e ribadisco l’impegno preso con chi mi ha votato.
Resto nell’area del centrosinistra, rinnovo il mio sostegno a Luigi De Magistris, mi schiero a fianco di chi ha un progetto che non si esaurisce nel velleitarismo e nell’opportunismo della politica politicante e apre un percorso di riappropriazione della funzione di rappresentanza.
Sono grata, dunque, a chi ha creduto nell'integrità della mia persona e orgogliosa di fare parte del nuovo Gruppo “La Città – Campania Domani” assieme al Presidente Raimondo Pasquino e al Consigliere David Lebro, con una rimotivata lena a fare del mio meglio per la Città, che di tutto ha bisogno, tranne che di una politica che si logori in sterili e velenosi conciliaboli da corridoio, di processi sommari a carico di chi non si appiattisce sui diktat delle segreterie nazionali, di lotte per bande, per giunta pure sgangherate.